L’Or de J’adore di Jean-Michel Othoniel

Jean-Michel Othoniel è l’autore di L’Or de J’adore, un’opera che mette in scena un dialogo tra l’artista e l’indiscussa icona dei profumi Dior. Ispirandosi alle curve dell’anfora in vetro, Othoniel ha immaginato uno scrigno a forma di fiore per accogliere la prima fragranza J’adore firmata da Francis Kurkdjian.

Espressione della magia sprigionata dalle monumentali sculture di Jean-Michel Othoniel, questa rosa in bronzo incarna con estrema vitalità la composizione di Francis Kurkdjian – un fiore iperbolico definito dalle eleganti perle dei suoi petali. La creazione è realizzata con la tradizionale tecnica orafa della fusione a cera persa e successivamente lucidata a mano, prima di essere immersa in un bagno d’oro.

Sopra il fiore schiuso si posa, quasi in assenza di gravità, il flacone a forma di 8 di J’adore l’Or: l’artista ne impreziosisce il tappo con un oro fluido che abbraccia la perla e, ondeggiando, drappeggia le curve del cristallo.

L’Or de J’adore di Jean-Michel Othoniel è disponibile in una serie limitata di 100 esemplari numerati, solo presso le boutique Dior selezionate.

Per l’artista, tutto inizia dalla contemplazione di una “vera” rosa disegnata ad acquerello, che è la base per costruire una prima maquette tridimensionale. Questo modello viene poi affidato ai fonditori, esperti nella tecnica tradizionale della fusione a cera persa. Le perle di questo autentico gioiello di precisione realizzato in bronzo vengono lucidate a mano una alla volta, prima di essere immerse in un bagno d’oro.

Posata con delicatezza su questo straordinario fiore, l’anfora in cristallo immaginata da Jean-Michel Othoniel sfoggia una silhouette a 8 dall’equilibrio perfetto ed etereo, a sottolineare la delicata armonia della linea New Look creata da Christian Dior. L’oro del tappo abbraccia la perla, che sembra quasi sospesa, poi fluttua andando a drappeggiare le sinuosità del cristallo. Il fondo in vetro sorprende per la pienezza e la rotondità, rendendo impossibile l’equilibrio del flacone senza il fiore che lo accoglie.

L’opera si può considerare, in sintesi, il frutto di una perfetta simbiosi tra una preziosa anfora, sigillata a mano dalle artigiane dell’atelier Dior on l'arte del "baudruchage", e il suo scultoreo scrigno.